Il 26 gennaio partiranno i primi accrediti per l’Assegno di inclusione.
La misura, che dal primo gennaio di quest’anno ha sostituito il Reddito di cittadinanza, è rivolta ai nuclei familiari con almeno un componente minore, disabile o over-60. I contributi economici sono erogati, su richiesta, dall’Inps, tramite la piattaforma telematica.
Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, finora sono oltre 563mila le domande presentate, di cui l’88% proviene da ex percettori del Reddito di cittadinanza.
Il primo blocco è quello delle circa 450mila domande inoltrate a partire dal 18 dicembre ed entro il 7 gennaio, insieme al Patto di attivazione digitale: da venerdì prossimo scatteranno quindi i pagamenti di quelle che hanno superato i controlli. La platea potenziale della nuova misura è di 737mila nuclei e l’importo medio stimato è di 635 euro.
Attualmente, la legge prevede due diversi strumenti di sostegno contro la povertà e l’esclusione sociale:
• assegno di inclusione in vigore da gennaio 2024 – e non inferiore a 480 euro mensili – per i nuclei con componenti “fragili” e con impostazione simile a quella del vecchio Reddito di cittadinanza;
• una misura temporanea di “Supporto per la formazione e il lavoro ” di 350 euro, in vigore da settembre per coloro che non hanno i requisiti per il sussidio precedente, con durata massima 12 mesi.